La professione del dietista

La professione del dietista è una professione piuttosto giovane.
Questo può essere una fortuna e una sfortuna insieme.
La fortuna è che abbiamo un’ identità professionale abbastanza forte, non forte come quella dei nostri colleghi oltre oceano, ma ci stiamo provando.
La sfortuna è che non c’è ancora sufficiente chiarezza su chi e come dovrebbe lavorare nel campo dell’ alimentazione e nutrizione.

La storia della professione del dietista

Possiamo ricostruire la storia della professione attraverso le normative relative ai servizi nutrizionali.

Quando dico che la professione del dietista è una professione giovane voglio dire che l’ International Labour Office ha inserito per la prima volta il dietista all’ interno del International Standard Classification of Occupation nel 1967.
A livello italiano la professione del dietista ha una sua associazione professionale (ANDID) solo dal 1985, ed è stata esercitata da professionisti in possesso di diploma abilitante fino al 1999 momento in cui è stato istituita la formazione universitaria per le professioni sanitarie.
Partendo dal 1969 anno in cui è stato possibile istituire per legge un servizio di dietetica, all’ interno del quale la legge colloca medici esperti in dietetica e coadiuvato da personale specializzato in dietetica o dietologia (DPR 128 del 27/3/69).

A partire dal 1992 la riforma sanitaria ha stabilito di trasferire alle Università la formazione delle professioni sanitarie e ha dato incarico al ministero della Salute il compito di individuare i profili professionali di queste (d lgs 502/92, Legge di riforma sanitaria).

Il profilo professionale del dietista è stato delineato con il decreto legislativo 744 del 14 settembre 1994 , così come quello di altre 12 professioni sanitarie.

Dal 1999 tramite la legge “Disposizioni in materia di professioni sanitarie” è stata attribuita autonomia, competenza e responsabilità a 22 profili professionali, tra cui quella del dietista. (Legge 42/99)

Andando avanti veloce arriviamo al 2006 quando all’ interno di altre disposizioni riguardanti le professioni sanitarie è stato stabilito che “L’esercizio delle professioni sanitarie è subordinato al conseguimento del titolo universitario rilasciato a seguito di esame finale con valore abilitante all’esercizio della professione.
L’esame di laurea ha valore di esame di Stato abilitante all’esercizio della professione.
L’iscrizione all’albo professionale è obbligatoria.
L’aggiornamento professionale è effettuato secondo modalità identiche a quelle previste per la professione medica” ( Legge 1 febbraio 2006 n. 43).

Le ultime evoluzioni di importanza rilevante per la professione del dietista le troviamo nella Legge 8 marzo 2017 n°24, Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie.

L’ ultima grande conquista per la professione la troviamo nella legge 1 giugno 2018 istituisce la formazione degli ordini e degli albi delle professioni sanitarie.
Il dietista va a collocarsi all’ interno della federazione nazionale degli ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione con un suo specifico albo.

Chi è il dietista?

Secondo l’ International confederation of dietetic associations il dietista è “Un professionista che applica la scienza dell’ alimentazione e nutrizione per promuovere la salute, prevenire e trattare la malattia per ottimizzare la salute di individui, gruppi, comunità e popolazione.”

All’ interno della legislazione italiana la figura del dietista è delineata dal decreto legislativo n 744 del 14 settembre 1994:

ARTICOLO 1
1. È individuata la figura professionale del dietista con il seguente profilo: Il dietista è l’operatore sanitario, in possesso del diploma universitario abilitante, competente per tutte le attività finalizzate alla corretta applicazione dell’alimentazione e della nutrizione ivi compresi gli aspetti educativi e di collaborazione all’attuazione della politiche alimentari, nel rispetto della norma vigente.
2.Gli specifici atti di competenza sono:
a) organizza e coordina le attività specifiche relative all’alimentazione in generale e alla dietetica in particolare;
b) collabora con gli organi preposti alla tutela dell’aspetto igienico sanitario del servizio di alimentazione;
c) elabora, formula ed attua le diete prescritte dal medico e ne controlla l’accettabilità da parte del paziente;
d) collabora con altre figure al trattamento multidisciplinare dei disturbi del comportamento alimentare;
e) studia ed elabora la composizione di razioni alimentari atte a soddisfare i bisogni nutrizionali di gruppi di popolazione e pianifica l’organizzazione dei servizi di alimentazione di comunità di sani e di malati;
f) svolge attività didattico – educativa e di informazione finalizzate alla diffusione di principi di alimentazione corretta tale da consentire il recupero e il mantenimento di un buono stato di salute del singolo, di collettività e di gruppi di popolazione; 3. Il dietista svolge la sua attività professionale in strutture pubbliche o private, in regime di dipendenza o libero – professionale.

Come si diventa dietisti ?

In Italia in questo momento si diventa dietisti tramite un corso di laurea triennale a seguito del superamento di un esame finale abilitante alla professione concomitante alla laurea.
Si tratta di un corso di laurea a numero programmato, per accedervi è necessario sostenere un test di accesso comune per tutte le professioni sanitarie.
I programmi e le modalità dei singoli corsi sono leggermente diversi tra i diversi atenei.

Standard internazionali per la formazione dei Dietisti
Il livello minimo di istruzione di un dietista-nutrizionista è una laurea di primo livello e un periodo di pratica professionale supervisionata di almeno 500 ore e soddisfa gli standard internazionali di competenza per dietisti-nutrizionisti .
Gli standard internazionali di competenza per dietisti-nutrizionisti definiscono quelle competenze minime che ogni professionista dietetico dovrebbe dimostrare al punto di ingresso nella professione e fungeranno da quadro per il loro continuo sviluppo professionale durante la loro vita professionale.

I dietisti italiani hanno implementato gli standard internazionali di competenza e riapplicati al panorama nazionale attraverso il Core Competence del dietista, un documento edito nel 2013 nel quale si vanno a delineare le competenze necessarie al’ interno del percorso di formazione del dietista ed esempi di formazione universitaria specifica.

La pratica professionale basata sulle evidenze

Spesso quando si parla di alimentazione e nutrizione spesso viene fatto riferimento a studi scientifici di vario tipo. Questo a causa di quella che in gergo tecnico viene definita “pratica professionale basata sulle evidenze” (evidence based practice).

Possiamo definire la pratica nutrizionale basata sulle evidenze come il processo attraverso il quale il dietista si pone domande, ricerca, in maniera sistematica, l’evidenza scientifica e ne valuta validità, applicabilità e importanza. Tali informazioni sono poi associate alla esperienza, al giudizio professionale, ai valori e alle condizioni del paziente/cliente/comunità che guidano il processo decisionale.

Tale modo di procedere non è solo raccomandato, ma obbligatorio per esercitare la professione all’ interno dei parametri di responsabilità professionale dalla legge 8 marzo 2017.

È ben evidente che basare la pratica professionale sugli studi scientifici è molto più di aprire un motore di ricerca scientifico, cerco un articolo che mi piace e afferma quello che voglio sostenere e me lo faccio andare bene. È molto più complicato di così.

È anche sì vero che moltissimi studi scientifici hanno ancora degli enormi bias ( errori sistematici) dovuti a pregiudizi di vario genere, primo tra tutti quando parliamo di studi legati alla nutrizione lo stigma sul grasso ( ma oggi, promesso, non mi voglio soffermare su questo aspetto).

La prescrizione medica

C’è un’ aspetto del profilo professionale del dietista che molto spesso crea confusione e appiglio per screditare la nostra figura professionale, ossia “elabora, formula ed attua le diete prescritte dal medico e ne controlla l’accettabilità da parte del paziente”.
Perchè si parla di prescrizione medica legata alla dieta? Il dietista non può fare da solo?

Facendo un passo indietro ci sono attività “esclusivamente” mediche in quanto direttamente attribuita dall’ordinamento giuridico al medico (per esempio la prescrizione farmacologica) mentre per altre attività, l’attività medica coincide con la capacità a porre in essere attività sanitarie ( ad esempio la Prescrizione di un trattamento.)
La prescrizione, in questo caso, non ha la cogenza delle altre prescrizioni e lascia spazio al dietista di muoversi con tutta la sua professionalità.

Questo significa che il dietista è un professionista autonomo e responsabile della sua professione, la necessità di una prescrizione è una garanzia per il paziente perché la terapia nutrizionale sia adeguata al paziente e non rischi di nuocergli in alcun modo.
Esattamente come non hai motivo di pensare che un farmaco sia meno efficacie di un altro solo perchè ti serve una prescrizione medica per poterlo prendere.

Quindi perchè i dietisti hanno un valore aggiunto?

  • il dietista è un operatore sanitario questo significa che la formazione del dietista è una formazione pensata per fare la professione che andremo a svolgere che è legato a un ordine, un albo e un codice deontologico che ne assicurano l’ operato e che risponde della propria autonomia e responsabilità professionale.
    Sembra poco ma il fatto che legalmente un professionista sia chiamato a rispondere di quello che fa è una buona motivazione a agire nel miglior modo possibile .
  • la formazione universitaria del dietista è basata su un bellissimo e piuttosto ambizioso documento, il core competence del dietista che va a delineare quali debbano essere le conoscenze e le competenze tali da formare chi nel futuro si troverà a svolgere la professione.
  • la formazione universitaria del dietista, oltre a esser fatta da un miliardo di diete e calcoli fatti a mano, è fatta anche da moltissime ore di tirocinio clinico.
    A Firenze dove ho studiato io sono 1400 divise in tre anni (100 + 650 + 650). Solitamente questo tirocinio è svolto all’ interno dei diversi servizi ambulatoriali e ospedalieri delle aziende sanitarie territoriali e delle aziende ospedaliere afferenti alle diverse università.
    Questo fornisce una molteplicità di esempi di come si può svolgere la professione, sia in base alle diverse patologie e contesti, sia rispetto ai diversi modi e stili di procedere non solo nel trattamento nutrizionale di per sé ma anche nel contesto di lavoro, nella relazione con i pazienti e con i colleghi.
  • Siamo obbligati alla formazione continua.
    Che se presa sul serio può essere un ottimo modo per fornire u trattamento di qualità a chi ci si pone di fronte.
  • Abbiamo delle colleghe americane che spaccano! Una delle fonti più autorevoli in campo di nutrizione clinica è l’ Accademy of Nutrition and Dietetics ossia l’ associazione delle dietiste americane. Sia ben chiaro ci sono enormi differenze nella formazione e nella professione tra l’ Italia e l’ America (il percorso americano è decisamente più lungo e strutturato che porta le Registered Dietitian ad avere moltissimi più competenze e responsabilità rispetto a quello che succede qua da noi), però è un contino stimolo all’ avanguardia professionale.
  • Il nostro lavoro può essere tanto impattante sulla vita dei pazienti che è necessaria una prescrizione medica per effettuarlo.
    Questo è uno di quegli aspetti che spesso viene usato in modo negativo nei confronti del dietista quasi fosse lì a dire che non siamo in grado di fare il nostro lavoro se qualcuno non lo prescrive.
  • [nota bene] Essendo il dietista un professionista sanitario non medico non può fare diagnosi, ne prescrivere farmaci.
  • Non tutti quelli che hanno fatto dietistica sono perfetti né tanto meno non esistono professionisti della nutrizione che abbiano questo titolo. Solo che le caratteristiche legate alla professione e alla formazione potrebbero essere un grosso punto a favore.
  • Non è un caso se gli operatori sanitari che possono lavorare all’ intero delle strutture sanitarie per fare piani di trattamento nutrizionali sono medici specializzati in nutrizione e dietisti.
    La formazione del dietista è tale da aver la capacità di fare trattamenti nutrizionali a soggetti in condizioni fisiologiche o in caso di malattia.
  • Uno delle condizioni patologiche alle quali più voglio sottolineare che necessità la professionalità e la formazione specifica sono i disturbi del comportamento alimentare, anche in ambito ambulatoriale è necessario avere una formazione specifica. Questo perché l’ alimentazione non è solo una questione di molecole o di calcoli di energia e nutrienti, ma è profondamente influenzata dal comportamento alimentare ambito in cui si studia purtroppo ancora poco.

Riferimenti, bibliografia e link utili

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